Iaia Nie
La parola giapponese usata per indicare i cartoni animati è "Anime". Basta sapere questo per comprendere come la cultura giapponese concepisca le serie animate in modo ben diverso dalla cultura occidentale. Quelli che per noi sono semplici disegni, per loro sono simulacri carichi di emozioni, dotati appunto di un'"anima".
Questo incipit ha lo scopo di introdurre degnamente una delle serie animate che più mi sta a cuore, trasmessa a metà degli anni ottanta e che in Italia non ha avuto il successo che secondo me merita.
Maison Ikkoku, tradotto in Italiano "Cara Dolce Kyoko" riesce a trasporre la realtà in modo quasi verosimile nonostante molti aspetti caricaturali.
La storia parla di Godai, uno studente universitario che vive in un condominio bislacco chiamato appunto Maison Ikkoku. Tra gli altri inquilini del condominio figurano una madre impicciona, una cameriera sexy ed un uomo eccentrico e misterioso. Questi ultimi sono soliti bivaccare per la maggior parte del tempo e dare feste selvagge in camera di Godai, non permettendogli di studiare. In questo caos arriva il nuovo amministratore di condominio, Kyoko, vedova da poco. Godai si innamora di lei ma non ha il coraggio di dirglielo. Con il passare del tempo sia la loro relazione che la psicologia di ogni singolo personaggio si evolvono, acquistando caratterizzazioni sempre nuove. Per questo mi piace. Perchè il tempo passa davvero in questo cartone. Il protagonista, che incontriamo all'inizio ragazzino, prende mano mano coscienza del suo essere uomo, il suo carattere muta con il passare del tempo. L'introspezione psicologica dei personaggi è formidabile, ci sono dettagli a sufficienza affinché qualsiasi psicoterapeuta sia in grado di stilare un quadro psicologico completo dei protagonisti, anche quelli che ricoprono ruoli marginali.
Come al solito, quando una cosa mi piace molto non riesco a descriverla come si deve. Le musiche piacevoli, e il ricorrente passaggio del treno, come a simboleggiare che quello che passa è perduto, l'orologio del condominio, rotto da anni che capeggia su questa romantica ed eccentrica storia e i dialoghi, degni di un film, a volte così profondi da riuscire ad infondere un senso di angoscia...sono tutti particolari che mi hanno portato a considerare questa serie animata una delle più emozionanti e particolareggiate. 
Se vi fosse venuta voglia di vedere la serie, si trova facilmente in streaming. Io sto iniziando anche la raccolta dei manga, piano piano.



Iaia Nie


La neve a Roma come metafora della vita:
pochi istanti di meraviglia e poi rimane solo il fango.
Iaia Nie
"La gente pensa a noi infinitamente meno di quanto crediamo"
Iaia Nie
Ritorno ad incasinarmi il cervello con Eternal Sunshine of the Spotless Mind. Il mio film. La trama che più mi ha angosciato, appassionato, emozionato. La colonna sonora che più mi ha stregata, colpita, ammaliata.
Ieri, dopo mesi di tentennamenti, ho comprato un cofanetto con due dvd da feltrinelli per 9 euri. Non ero certa di voler possedere questo film. Avevo una sorta di timore, come se averlo, sentirlo ancora più mio, spezzasse l'incanto che era nato tra me e questo film.
Così non è stato.
Nei contenuti speciali del secondo disco vi sono alcuni director's cut. Oggi, inserendo il dvd, ho deciso che sarebbero stati la mia prima fruizione di quel qualcosa ancora sconosciuto su quella storia così ben conosciuta per me. 
Non trovo le parole giuste per descrivere l'effetto che hanno avuto queste scene. La mia scena preferita, oggi scopro essere stata pensata in maniera diametralmente diversa da come fino ad oggi l'avevo fruita io. Quella scena che mi ha fatto sognare per anni in realtà nascondeva quello che qualsiasi essere umano nasconde. E mi ha fatto capire o meglio, ricordare che non esiste l'esclusività negli affetti, che l'essere umano è debole, ha bisogno e cerca costantemente aiuto, spesso nelle persone a cui ha voluto più bene. Che il passato tanto passato probabilmente non sarà mai. E che un gesto d'amore, oltre ai due protagonisti, può prevedere il ruolo pseudo-nascosto di un terzo attante. Che sia in un pensiero non detto e tenuto stretto nel nostro conscio o in una telefonata fugace che il nostro inconscio ci spinge a fare per avere delle rassicurazioni.
E ora lo sento ancora più mio. Anche se ha stravolto quella che era la mia "scena perfetta". Perchè la perfezione non è veramente tale senza un'impercettibile incrinatura. Un dolce non viene bene se non ci si aggiunge un pizzico di sale.