Il pensiero di questa settimana, martellante nella mia testa, è un po' grezzo:
Che senso ha dedicare la propria giornata al lavoro, se poi non si ha il tempo di dedicarsi ai propri hobby, alle proprie passioni?
Che senso guadagnare soldi per poi spenderli in oggetti che non si ha il tempo di utilizzare?
Partorisco questo atroce pensiero dopo una giornata di lavoro, in cui si sono presentati mille problemi che ho sbrigato in fretta e furia per uscire all'orario prestabilito, senza sfociare negli straordinari, per arrivare in tempo al corso di fotografia, la mia passione che non riesco a coltivare come vorrei, come DOVREI, per mancanza di tempo. Perché tra "più soldi" e "più vita" scelgo ad occhi chiusi "più vita".
Seguo questo corso - davvero molto costoso - da mesi. E posso permettermelo solo perché ho un lavoro. Ma grazie al mio lavoro non riesco a frequentare regolarmente. Soprattutto non riesco a ritagliare gli spazi che meriterebbe.
Qual è il giusto compromesso? In cosa sto sbagliando? Perché che c'è qualcosa di marcio, è oggettivo.
A questo punto il pensiero della settimana si traduce in:
Apri le mani e lascia cadere. Meno trattieni e più possibilità hai di afferrare. Il vero Potere viene a noi dal vuoto.
E pochi hanno il coraggio di seguire questa direttiva.
Io, evidentemente, non sono fra questi.
Per caso qualcuno ha da offrirmi un lavoro alle Poste?